
In realtà, con la contrapposizione ideologica tra “rossi” e “neri”, i fatti di oggi sembrano proprio non centrare. La domanda che apparentemente emerge da questa giornata di tensione, è se sia giusto o no limitare la libertà di manifestare il proprio dissenso (sancito dalla costituzione) per favorire coloro che devono prendere il tram o via cavour per andare a lavorare; come se il diritto di prendere la macchina sia superiore a quello di chiedere maggiori fondi per l'istruzione o reclamare un salario che consenta alle fasce più deboli di sopravvivere nel pieno della crisi economica come nel caso dei lavoratori di Pomigliano, duramente caricati dalle forze dell'ordine nel tentativo di bloccare l'autostrada.
Questa è la linea di discussione che intorno all'approvazione del protocollo i media hanno condotto. Si continua ad evitare invece l'analisi del perchè in Italia continuino a verificarsi moltissime manifestazioni di dissenso, cercando, in alternativa, di arginare i danni collaterali da esse provocate. I lavoratori o gli studenti in sciopero, non sono più persone che reclamano diritti, ma ostacoli al flusso circolatorio, né più né meno di un camion parcheggiato in doppia fila. Sono lontani gli anni nei quali, seppur aspramente, il dibattito politico coinvolgeva ed interrogava tutta la società. Dove la politica non si faceva solo nei palazzi ma nei bar, nei mercati e nelle strade. E' qui che divengono fluorescenti i limiti di una Repubblica immatura che, invece di ascoltare le migliaia di persone che la popolano e la rendono viva, pensa a metterle, accuratamente e silenziosamente, in fila due per volta.
Questa è la linea di discussione che intorno all'approvazione del protocollo i media hanno condotto. Si continua ad evitare invece l'analisi del perchè in Italia continuino a verificarsi moltissime manifestazioni di dissenso, cercando, in alternativa, di arginare i danni collaterali da esse provocate. I lavoratori o gli studenti in sciopero, non sono più persone che reclamano diritti, ma ostacoli al flusso circolatorio, né più né meno di un camion parcheggiato in doppia fila. Sono lontani gli anni nei quali, seppur aspramente, il dibattito politico coinvolgeva ed interrogava tutta la società. Dove la politica non si faceva solo nei palazzi ma nei bar, nei mercati e nelle strade. E' qui che divengono fluorescenti i limiti di una Repubblica immatura che, invece di ascoltare le migliaia di persone che la popolano e la rendono viva, pensa a metterle, accuratamente e silenziosamente, in fila due per volta.
bello a bomba! magari lascerò commenti un po piu completi quando non ti scriovero da lavoro
RispondiEliminaleopoldo ha detto...
RispondiEliminabello a bomba! magari lascerò commenti un po piu completi quando non ti scriovero da lavoro