giovedì 2 aprile 2009

Londra, G 20: esplode la rabbia

Aria pesante, tensione, urla, gente compressa nella massa che grida contro chi ritiene gli abbia tolto tutto: lavoro, denaro, dignità. Passamontagna neri che con pietre e mazze sfondano le vetrine delle principali banche della City, polizziotti che scappano accerchiati dai manifestanti e manifestanti che scappano inseguiti dai poliziotti. Mani e manganelli ballano insieme nel macabro balletto della violenza. La tipica pioggerellina che da sempre contraddistingue la capitale inglese è sempre li in agguato, ma la città che si è svegliata oggi è diversa dal solito, suo malgrado specchio di un mondo in crisi. Migliaia di persone occupano threadneedle street e sfogano la loro impotenza, urlano il loro rancore, contro i colletti bianchi, che con i loro soldi hanno speculato, contro le guerre in Irak e in Afghanistan, che hanno reso il mondo solo un pò più ingiusto di quanto gia non fosse, contro il nero delle industrie che seppellisce il verde della natura, contro il capitalismo sfrenato senza umanità, contro quei venti capi di stato che parlano di problemi che non vivono e non capiscono, che non attanagliano la loro vita, e che in fondo sono solo numeri da impilare nuovamente. Troppo ardore e troppa rabbia da controllare in uno spazio così infinitamente piccolo, troppo difficile contenere; e la rabbia esplode. Si ritrae nel rossore dei visi, nel rigonfiamento delle vene. Coinvolge centinaia di persone, giovani dalle diverse idee e provenienze politiche: anarchici, comunisti, anticapitalisti, ambientalisti, no-global, tutti uniti contro, contro un mondo che non vogliono e non hanno mai voluto. Oggi la bandiera della piazza non ha colore, abbandona il per, e si lascia andare al contro, alla violenza. 88 arresti fino ad ora, e nella notte la polizia entra in alcune case occupate dai così detti "squotters" per arrestare presunti responsabili della giornata di guerriglia urbana; ma Scotland Yard annuncia: domani sarà come oggi. Non serve essere un funzionario delle forze dell'ordine per prevederlo e nemmeno avere una palla di vetro, basta respirare insieme agli altri la stessa aria per capire che non potrà che essere così, che la tensione sarà più fitta delle consuete nuvole, che un'altra giornata nera sta per avvicinarsi. A peggiorare le cose arriva anche un morto, un ragazzo di trent'anni trovato accasciato in un vicolo. La polizia dice finito così per un arresto cardiaco, i manifestanti perchè pestato a sangue dai colpi dei manganelli. E intanto li nel palazzo si discute, Sarkozy e la Merkel compongono ancora una volta l'Asse franco-tedesco e chiedono regole economiche trasparenti, che i paesi che ospitano i paradisi fiscali vengano sanzionati e segnalati in una lista nera. La Gran Bretagna e gli Stati Uniti resistono, è troppo e troppo veloce. Ma bisogna far presto, si rischia molto in questa partita, forse l'equilibrio dello stesso ordine mondiale dice dalle colonne del Guardian il segretario genrale delle Nazioni Unite Ban-Ki-moon. E intanto la gente li fuori aspetta, e spera per se stessa e per i propri figli di potersi fermare.